Trico bullismo o bald shaming: la nuova piaga sociale che colpisce il 40% degli Italiani
Una volta ultimato il “trapianto” sull’avatar, il cliente viene prima rasato nella zona diradata e il patch che ricopre l’avatar viene rimosso dallo stesso e applicato direttamente alla cute nella parte precedentemente rasata. Si procede così al taglio integrazione che permette ai capelli “nuovi” di integrarsi a quelli esistenti affinché il risultato estetico sia performante e assolutamente invisibile.
Il body shaming è una forma di bullismo verbale che colpisce l’aspetto fisico delle persone, e consiste nelfarecommentiedesprimeregiudizinegativisullepersone.Lestatisticheindicanopercentualimolto alte, specialmente all’interno della popolazione femminile. Si tratta di un fenomeno che non si limita a colpire solamente certe categorie di persone, chi soffre di obesità o anoressia, chi ha il naso con la gobba o i denti brutti, ma abbraccia tanti altri aspetti estetici tra cui la calvizie.
Il trico bullismo (o bald shaming) è un comportamento sociale intenzionale e violento, di natura fisica e/o psicologica verso altri individui, ripetuto nel corso del tempo e riguardante la sfera dei capelli: “sembrachehaiungattointesta”,“seiridicolo”,sono solo alcune delle espressioni che spesso vengono utilizzate nei confronti di persone che soffrono di calvizie. Alcune di queste riescono a non dare troppo peso a questi commenti e vivono ugualmente la propria vita in modo sereno, ma molte altre vivono questi commenti in maniera talmente negativa da creare in loro un malessere generale totale. La vittima viene colpevolizzata, e indotta alla vergogna, dando avvio a vari disturbi, dall’ansia alla depressione, all’anoressia e bulimia e ai disturbi del sonno.
Labanti racconta come, soprattutto attraverso i social, abbia notato un sempre più crescente aumento di tale discriminazione e del suo voler sensibilizzare le persone a questa tematica molto delicata. Dietro alla calvizie, infatti, non c’è solo un cambiamento d’immagine, ma c’è un’evoluzione personale che spesso porta a scompensi emotivi, vergogna, disagio sociale e tanto altro. Le donne e gli uomini affetti da alopecia hanno una storia personale di cui quasi mai si conoscono i contorni e delle battaglie personali che probabilmente stanno combattendo.Evitare la derisione della calvizie, insomma, è un gesto di rispetto, a garanzia della libertà estetica e a tutela della salute psicologica di ciascuno di noi.
A tale sensibilizzazione hanno voluto contribuire molte altre persone, famose nel mondo dello spettacolo. Francesco Facchinetti, Gianluca Impastato (comico di Zelig), Raffaello Tonon (opinionista televisivo), Luca Salvadori (pilota di MotoGp) e Fernando Proce (speaker radiofonico), infatti, sono solamente alcuni utilizzatori del patch cutaneo che hanno voluto raccontare come lo vivono bene e quanto sono felici di sponsorizzarlo per aiutare gente.
In particolare, Francesco Facchinetti primo vero ambassador e figura di spicco nel processo di sdoganamento racconta di aver fatto un lungo percorso all’interno del mondo della calvizie. Un percorso che lo ha portato a sostenere che chi soffre di calvizie soffre di un problema serio, che non è soltanto fisico ma anche psicologico ma che viene puntualmente affrontato con molta leggerezza. Nella sua vita è stato spesso vittima di derisioni ma con il tempo ha imparato a prendere la vita con leggerezza e autoironia. Con il patch cutaneo ha finalmente trovato la quello che da anni cercava, una soluzione naturale, indolore e invisibile.