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Ponte di Brivio, la “follia” del cantiere che per 16 mesi metterà in ginocchio cinque province

All’alba del terzo millennio, in un Paese che pensa alla costruzione di un Ponte sullo Stretto di Messina e che non perde occasione per sottolineare la necessità di avere una rete di infrastrutture adeguata per restare competitivi sui mercati, per far crescere l’economia e la qualità della vita, per far diventare realtà una mobilità sostenibile che troppo spesso è invece solo uno slogan, è possibile che non si riesca a ristrutturare in tempi rapidi un piccolo ponte lungo poco più di un centinaio di metri che attraversa un fiume? La considerazione fatta da uno dei rappresentanti del mondo dell’autotrasporto riuniti per discutere del “caso “ del ponte di Brivio, “passaggio strategico” per decine di migliaia di mezzi che si spostano ogni giorno fra le province di Como, Lecco, Bergamo, Monza Brianza  e Milano e per il quale è previsto un cantiere della durata di 16 mesi, riassume perfettamente il mix di delusione, incredulità, ma anche rabbia e sfiducia in quella “politica incapace di comprendere la grande importanza di piccoli interventi per un territorio, per chi ci lavora”. Già, perché piccoli interventi possono essere di vitale importanza evitando che conseguenze pesantissime ricadano su decine, centinaia di migliaia di persone. Come nel caso del ponte di Brivio, la cui chiusura per ristrutturazione per 16 mesi è stata definita , senza mezzi termini “follia” dai partecipanti all’incontro: Patrizio Ricci, presidente di Cna trasporto e vicepresidente dell’Albo autotrasportatori nazionale; Giuseppe Cristinelli, Paolo Doneda e Doriano Bendotti, rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario della Fai Bergamo (Federazione autotrasportatori italiani).

Così si paralizzano la vita e il lavoro 6 milioni di abitanti, di 500mila aziende 

Una “follia” confermata dai dati presentati dai rappresentanti dell’autotrasporto che hanno sottolineato come quel ponte “serva” un territorio che coinvolge “cinque province abitate da oltre sei milioni di abitanti, che ospita oltre 500mila aziende attive, fra cui 8300 aziende iscritte all’albo autotrasportatori conto terzi, per un totale di quasi 50mila tir, che sarebbero costretti ad allungare ogni giorni i propri viaggi di decine di chilometri per raggiungere gli altri ponti che consentono di superare l’Adda”.

Migliaia di tir dovranno allungare i viaggi molltiplicando l’inquinamento 

Moltiplicando così di fatto l’inquinamento ambientale e relegando una volta di più a una misera farsa le tante belle dichiarazioni sulla mobilità sostenibile. “Siamo stati bravissimi con il ponte di Genova, possiamo esserlo anche con il ponte di Brivio, dove si tratta di intervenire su tre campate da 50 metri “, è stato il messaggio finale (indirizzato a tutte le istituzioni con l’invito a organizzare un incontro fra i prefetti delle province coinvolte e il ministero delle infrastrutture e dei trasporti “anche in vista di possibili problemi di ordine spubblico che potrebbero derivare da 18 mesi in coda”). E’ semplicemente pura follia interrompere per così tanto tempo i collegamenti in un area di cosi grande interesse economico e sociale del Paese”.

Guardate la “mappa dei divieti” sui ponti e diteci com’è possibile lavorare così….

Una follia “aggravata” per il mondo dell’autotrasporto da una realtà di divieti èer i mezzi pesanti sui ponti sul fiume Adda tra le province di Bergamo e Milano-Monza Brianza riassunta in un documento che “parla da solo”. Eccolo. Partendo da Nord al confine con la provincia di Lecco: Ponte di Brivio SP342: consentito transito con limite fino a 40 ton. Prevista chiusura di 16 mesi per messa in sicurezza; Ponte di Paderno SP166 (distanza dal precedente 10 km): chiuso senza preavviso il 14/09/2018 per lavori di manutenzione straordinaria. Riaperto al traffico veicolare da novembre 2019, consentito il transito a senso unico alternato solo ai veicoli sotto le 3,5 ton. Il ponte è stato chiuso anche al traffico ferroviario della linea Bergamo-Carnate e riaperto solo nel 2020. Allo studio diverse soluzioni per la realizzazione di un nuovo ponte in prossimità che lo possa sostituire perché i tecnici hanno stabilito una durata residua limitata al 2030; Ponte di Capriate/Trezzo SP184 (distanza dal precedente 13 km): limitato a 20 ton. Non è di fatto consentito il transito ai veicoli pesanti perché dal 2001 vige un divieto ai veicoli sopra le 3,5 ton sulla strada di accesso al ponte, in territorio di Trezzo sull’Adda; Ponte Autostrada A4: transito a pedaggio. Consentito il transito di mezzi d’opera solo con autorizzazione al trasporto eccezionale da richiedere preventivamente all’ente gestore e che prevede il versamento di un pedaggio maggiorato per indennità di usura; Ponte Canonica-Vaprio SP EX 525: (distanza dal precedente 8 km per auto e 14 km per camion): Consentito il transito in direzione Milano-Bergamo per veicoli fino a 23 ton, mentre nella direzione opposta c’è un divieto a 3,5 ton dal 2001. Nel 2003 sono stati concordati in conferenza di servizi dei lavori per realizzare una piccola variante in territorio di Vaprio che avrebbe consentito di eliminare il senso unico alternato. I lavori sono stati appaltati nel 2015, sono iniziati nel 2016, ma sono stati subito interrotti per problemi burocratici. Ripartiti nel 2020, la variante è stata aperta a ottobre 2021. Rimane sempre un semaforo a poche centinaia di metri con un senso unico alternato. Il ponte avrebbe già dovuto essere sottoposto a lavori di manutenzione straordinaria nel corso del 2021, con un divieto totale di transito ai veicoli sopra le 3,5 ton. I lavori sono stati riappaltati a causa del repentino aumento del costo dei tiranti in acciaio da sostituire ed eseguiti tra il 2023 e i primi mesi del 2024. A quel punto il ponte ristrutturato ha avuto una riduzione di portata da 44 ton a 23, eliminando così la possibilità di transito della maggior parte dei veicoli pesanti; Ponte Cassano d’Adda SP11 (distanza dal precedente 8 km). Divieto di transito ai veicoli superiori alle 3,5 ton. in vigore dal 2001. A seguito dell’accordo nel 2003 per la costruzione di un nuovo ponte e relativa variante che avrebbe aggirato a sud il centro abitato, il sindaco aveva consentito il transito ai veicoli fino a 44 ton nella direzione Bergamo-Milano (creando un giro ad anello con il ponte di Vaprio). I lavori del nuovo ponte sono stati appaltati nel 2013, ma a causa di inadempimenti della ditta appaltatrice, il contratto è stato revocato e i lavori si sono bloccati ad uno stadio già avanzato. Il sindaco per protesta nel 2016 ha re-istituito il divieto sopra le 3,5 ton in entrambe le direzioni. Cantiere riappaltato nel 2018 e completato con l’apertura della tangenziale a settembre 2021; Ponte Adda su Brebemi: scomodo come attraversamento locale sia per Veicoli leggeri che per mezzi pesanti. Dal Casello di Treviglio a quello di Pozzuolo Martesana ci sono infatti 12 km di autostrada (per altro decisamente costosa); Ponte di Rivolta d’Adda SP14: (distanza dal precedente 8 km): ponte aperto anche ai mezzi pesanti.

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